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mercoledì 26 ottobre 2011

Mi prendo e mi porto via

Oggi una mia collega che sta cambiando lavoro ci ha lasciato questo messaggio:

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni

giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.”
(P. Neruda)

venerdì 21 ottobre 2011

Black Bloc

Nel dire [che alcuni mezzi prevaricatorî sono ammissibili], forse, non ti accorgi che stai dicendo che la democrazia, per te, non conta.

Nel ribellarsi a una forma veramente autoritaria di governo (vedi il caso della Cina) ha senso che si possa agire in tal modo, perché i canali attraverso cui la tua volontà può contribuire pacificamente alla determinazione del processo decisionale sono “ostruiti”. Se, invece, qualcuno lo fa in un paese democratico, nel quale il cittadino ha degli strumenti per incidere sul processo decisionale pubblico ben inseriti in un sistema di checks and balances, è perché non vuole dare alla propria opinione lo stesso peso di quella di un qualunque altro cittadino, ma vuole usare la forza per contare di più.

E, purtroppo, ha ragione: la sua opinione peserà di più di quella del povero pensionato a cui è stata bruciata la macchina, peserà di più di quella del fruttarolo cui ha devastato il negozio. A te piace che sia la legge del più forte a determinare il tuo futuro?

Se sì, buon per te, ma ricordati che – prima o poi – uno più grosso e cattivo di te lo incontri sempre.

mercoledì 19 ottobre 2011

Occupy Everything

"This is the funniest part to me: that leaders of a nation incapable of constructing a coherent consensus about reality can accuse its youth of not having a clear program."

"When speaking of "recession," one is forced into using the twisted, tweaked, gamed categories of economists whose mission is to make their elected bosses look good in spite of anything reality says. I prefer the term contraction, because a.) that is what is really going on, and b.) the economists haven't got their mendacious mitts around it yet. Contraction means there is not going to be more, only less, and it implies that a reality-based society would make some attempt to acknowledge and manage having less - possibly by doing more."

"The banking frauds of the past twenty years were a conspiracy between government and banks to provide the illusion that an economy based on happy motoring, suburban land development, continual war, and entertainment-on-demand could go on indefinitely"

martedì 18 ottobre 2011

Immigrati

"...nei prossimi vent’anni in Italia, senza immigrazioni, ogni quattro persone che compiranno sessantacinque anni ci saranno solo tre persone che ne compiranno venti, e di questi uno solo è disposto a fare l’operaio..."
"Quando tutt’intorno si respira insicurezza, le società umane vanno in cerca di capri espiatori, qualcuno su cui accanirsi per ritrovare sicurezza e compattezza. Perché il meccanismo del capro espiatorio è antico, semplice e terrificante: non importa che la vittima sia veramente colpevole, l’importante è che tutti la credano tale."