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giovedì 10 marzo 2011

Sempre lo stesso genio

Alla fine faremo una festa con le 100 canzoni che hanno vinto! ...Ataru sarà d'accordo? Vorrei proporre casa sua a tutti i partecipanti al sondaggio... E nel caso in cui vi chiediate: "cosa c'entra un blog di arrampicata con le 100 canzoni rock migliori di sempre" io vi rispondo: "Se pensi che il rock sia solo uno tipo di musica sei fuori via, ragazzo..."

Genioooooo

Ho avuto un'idea bellissima. Grandiosa, quasi. Farò un sondaggio online per decidere quali sono le 100 migliori canzoni rock di sempre. Tutte le fasi di questo studio sociologico saranno accuratamente riportate sul presente blog.

lunedì 7 marzo 2011

mercoledì 2 marzo 2011

Tutto questo casino sulla scuola pubblica...

Leggo e riporto il bel post di Sofri sulla scuola pubblica:

Seguo il dibattito sui diritti presunti della scuola privata da molto tempo, con una duttile opinione che niente ha ancora scalfito. La mia duttile opinione dice che ci sono ottime scuole private in cui ottimi insegnanti educano ottimi studenti che ne escono ottime persone. Cosa di cui essere lieti, nei casi in cui avviene: ma non da celebrare come grande conquista della scuola privata, che conosce anche casi di mediocri scuole con mediocri insegnanti che insegnano a mediocri studenti, o che li rendono tali. È insomma, per la comunità, un’impresa privata che offre un’alternativa a un servizio delicato e importante, che è tenuta a soddisfare.

Poi c’è la scuola pubblica, che offre lo stesso servizio a partire da un’idea di responsabilità pubblica di un paese nei confronti dell’educazione e della crescita dei propri cittadini. Non a partire da un’idea di supplenza a favore di coloro che non si possano permettere educazioni più costose. La differenza è rilevantissima. La scuola, per l’Italia e per la sua Costituzione è un impegno, un progetto e una necessità sociale: esaurienti e soddisfacenti. Lo sono stati per molto tempo, non è un’utopia irrealizzabile.

Nei casi in cui non lo siano, questo è molto grave e lo si deve affrontare rendendoli esaurienti e soddisfacenti con le iniziative e gli investimenti necessari. Consentendo in ogni caso a chi non li ritenga soddisfacenti ed esaurienti di scegliere servizi scolastici alternativi riconosciuti dallo Stato, a partire dall’idea dell’obbligo scolastico. Quali siano i criteri su cui una famiglia ritenga non soddisfacente l’insegnamento pubblico e ne scelga un altro non è affare dello Stato, che si limita a legittimare le scuole che rispondono a degli standard educativi sufficienti e offre libertà di scelta a tutti.

Fine della questione. Nessun finanziamento della scuola privata ha senso dentro questa lettura: meno che mai quando sottragga fondi al soddisfacente funzionamento della scuola pubblica. Sarebbe piuttosto sciocco sostenere che la scuola privata ha bisogno di soldi per poter supplire alle mancanze della scuola pubblica, mancanze derivate dalla scarsità di soldi.
Quanto alla tesi “ideologica”, quella che chiede rispetto per un differente insegnamento, non ha niente a che fare con i finanziamenti: il rispetto c’è, e si concretizza nella libertà di praticare differenti insegnamenti e nel loro riconoscimento ed equiparazione. Ma sostenerlo economicamente equivale al riconoscimento da parte dello stato che la propria offerta educativa non sia soddisfacente per definizione. Mentre per definizione e Costituzione lo è, e ogni sforzo deve essere dedicato a questo.

Seguo il dibattito sui diritti presunti della scuola privata da molto tempo, e non ho mai letto una parola che abbia indebolito la mia duttile opinione.

Volevo giusto capire cosa ne pensate. Perché secondo me non si può fare il Presidente del Consiglio e dire una cosa così:

“Educare i figli liberamente vuol dire di non esser costretto a mandarli a scuola in una scuola di stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli” (Silvio Berlusconi - feb/2011)

Poi c'è un intervento che è uscito fuori sul blog di Mantellini, oggi. E' un estratto da un discorso di pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale, l'11 febbraio 1950. Si, quasi esattamente 61anni fa, ed è di una attualità agghiacciante:

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.

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martedì 1 marzo 2011

Martisor


Moldovans have a beautiful ancient tradition on the first day of March : Martisor (The Amulet). Its name is a diminutive from the name of Martie - the Romanian word for March.
From the ancient time people would celebrate the coming of spring with long time forgotten rituals. They used small pebbles painted in white and red arranged alternatively on a string. It might be curious why they had chosen these two colors: red and white. In those times, many magical rituals involved human or animal sacrifices for determining their pagan Gods to listen to their prayers. So blood was associated with life, fertility and worship. On the other hand, the snow, the ice and the clouds were white. In a single expression the meaning of two colors might be: "let's forget about winter and pray our Gods to bring us fertility".
In Romania this Amulet is a symbol of coming spring and joy. Exchanging them is a gesture of love, friendship, respect and appreciation. You can buy silky red-white threads (tied into a bow) and small plastic objects : flowers, horse shoes, leaves, bumblebees, animals, birds, tiny suns or stars, red hearts, and many others. People wear in the left side on their chests these amulets during nine days, starting from 1st of March.

Je Suis Seul Ce Soir

Cristo, Jack...

...non c'era niente, ovviamente, non c'era nessuno ad aspettarci, nessuno che ci volesse là, nessuno che avesse bisogno di noi. Non c'era un solo filo che ci legasse a qualcun altro e dovevamo cominciare noi a tessere quel filo, oppure saremo stati solo noi, senza sentiero tracciato nè rete, e se eravamo davvero solo noi, due fantasmi, insignificanti e slegati da tutto, non persone ma nient'altro che due paia di occhi, allora c'era qualcosa che non andava. Ci pareva che fosse un errore da qualche parte. E io non voglio essere solo i miei occhi, giusto, Jack?

Andreas Oberg & Frank Vignola - Minor Swing